Notule
(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XIX – 18 giugno 2022.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org
della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia”
(BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi
rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente
lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di
pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei
soci componenti lo staff dei
recensori della Commissione Scientifica
della Società.
[Tipologia del
testo: BREVI INFORMAZIONI]
Il
cervelletto interviene nel comportamento sociale grazie ai recettori D2. La nostra società scientifica ha contribuito fin dal
suo costituirsi a diffondere la conoscenza delle ricerche che hanno scoperto i
ruoli del cervelletto nelle funzioni cognitive superiori, nelle emozioni,
nella ricompensa e nell’interazione sociale, nonostante numerosi manuali e
trattati continuino a descriverlo come struttura esclusivamente dedicata al
controllo motorio. Emmanuel Valjent con Laura Cutando e numerosi colleghi hanno dimostrato il contributo
della segnalazione dopaminergica cerebellare a funzioni in gran parte
ascritte ai sistemi monoaminergici delle regioni
limbiche. I recettori D2 (D2R) nei topi sono preferenzialmente espressi nelle
cellule di Purkinje e regolano l’efficacia sinaptica su questi neuroni.
Variazioni dei livelli dei D2R in queste cellule del topo adulto alterano la
socievolezza e la preferenza per la novità sociale, senza interessare la
funzione motoria. [Cfr. Cutando L. et al. Nature
Neuroscience - AOP doi: 10.1038/s41593-022-01092-8, 2022].
Abbassa
del 49% il rischio di Alzheimer un alto livello ematico di Omega-3 DHA. Aleix Sala-Vila e
colleghi su un campione di 1490 volontari sani (Framingham
Offspring Cohort) hanno
rilevato la riduzione del 49% del rischio di sviluppare la demenza
neurodegenerativa in coloro che avevano elevati tassi ematici di acidi grassi Omega-3,
rispetto alla popolazione con livelli bassi. I ricercatori suggeriscono che
anche i portatori del gene ApoE4, che raddoppia la probabilità di sviluppare la
malattia di Alzheimer, con supplementi dietetici di Omega-3 possono rallentare i
processi che causano la degenerazione. [Fonte: Becky Wright; lo studio
apparirà su “Nutrients”].
Danni
della guerra al cervello dei superstiti: chiarita una base del dolore cronico. Il 12 marzo in “Note e Notizie” abbiamo pubblicato l’articolo
di Giovanna Rezzoni “Danni della guerra al cervello dei superstiti”, al quale rimandiamo
per un’esaustiva trattazione dell’argomento. Più di un terzo dei reduci della
Guerra del Golfo soffre di un dolore cronico diffuso e resistente ai
trattamenti, nel quadro di una condizione clinica definita Sindrome della
Guerra del Golfo o Infermità della Guerra del Golfo; lo studio MRI del loro
encefalo ha rivelato un ingrandimento delle aree di elaborazione del dolore e
una significativa riduzione volumetrica delle aree di regolazione inibitoria
del dolore. [Cfr. Ninneman J. V., et al. Journal
of Neuroscience – AOP doi: 10.1523/JNEUROSCI.2394-21.2022, June 13, 2022].
Quando
un bevitore moderato rischia di diventare alcoolista? Ordinariamente, sulla base di studi classici, si riconosce
un limite di consumo medio di alcool oltre il quale aumenta il rischio di
sviluppare disturbi psichiatrici. È anche noto che le persone geneticamente
predisposte possono passare all’assunzione compulsiva dell’alcool-dipendenza da
un consumo più basso della media. Un nuovo studio condotto presso la University
of Texas di Austin ha rilevato che i bevitori moderati con un binge
pattern sono ad alto rischio di alcoolismo. In altri termini, a parità di alcool
assunto in un periodo, quelli che prendono delle ubriacature, cioè concentrano le
quantità di alcool in poche occasioni in cui compiono degli eccessi, hanno un
rischio 5 volte superiore di sviluppare problemi multipli legati all’etanolo e hanno
una probabilità doppia di soffrire di tali problemi a 9 anni di distanza. [Cfr. Holahan
C. J. et al., American Journal of Preventive Medicine - AOP doi: 10.1016/j.amepre.2022.03.021,
2022].
L’Herpes
Zoster accresce il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer? L’Herpes Zoster, causato in persone di oltre 50 anni
da infezione o riattivazione del virus della varicella-zoster, che in età
pediatrica causa il comune esantema, è stato sospettato da numerosi ricercatori
e medici di accrescere il rischio di demenza degenerativa. Un’accurata indagine
condotta presso l’Aarhus University Hospital in Danimarca su un campione seguito
fino a 21 anni dopo la guarigione dall’Herpes Zoster, ha rilevato che il 9,7%
di coloro che erano stati colpiti dal virus ha sviluppato demenza, mentre nella
popolazione di controllo non colpita dal virus la percentuale dei diagnosticati
di demenza è risultata del 10.3%. Questo studio, in attesa di ulteriori
verifiche, confuta l’ipotesi di un’associazione. [Fonte: Natalie Conrad, AAN;
lo studio apparirà in “Neurology”].
L’essere
e le sue basi neurobiologiche in una discussione della Società Nazionale di Neuroscienze.
Al Seminario sull’Arte del Vivere, prendendo le
mosse dai numerosi spunti dell’incontro su “Essere e Senso”, proposti lo scorso
4 giugno da Monica Lanfredini (Note e Notizie 04-06-22 Essere e Senso),
si è compiuto un nuovo percorso conoscitivo alla ricerca dell’ontogenesi
dell’essere, ossia alla ricerca del fondamento psico-biologico che ha motivato
lo sviluppo culturale delle concezioni dell’essere di cui si è parlato.
La discussione
è stata sostanzialmente centrata sulla scelta tra due alternative principali
per identificare nel cervello la base implicita e inconsapevole (più che
semplicemente inconscia) che può aver nutrito le istanze formulate
coscientemente di riconoscere valore a un’entità astratta quale è l’essere:
1) i circuiti neuronici all’origine del senso di identità e della coscienza
identitaria fondata sulle memorie autobiografiche; 2) i circuiti neuronici e la
connettività funzionale alla base del mantenimento dell’autostima, la cui
compromissione depressiva genera perdita di considerazione del valore della
propria persona. [BM&L-Italia, giugno 2022].
Tasso
ematico di prolattina fedele biomarker di qualità del climax
nella donna. Una coppia di
ricercatori cechi ha studiato una donna di 33 anni in grado di raggiungere l’acme
senza alcuna stimolazione genitale. I livelli di prolattina della donna subito
dopo il climax senza stimolazione crescevano del 25% dopo 5 minuti e del 48%
dopo 10 minuti, senza variazioni di FSH e testosterone libero; anche lo stato
sensoriale e affettivo misurati erano identici a quelli indotti da stimolo
locale. I risultati, che hanno confermato il valore di marker della
prolattina, hanno documentato un processo top-down a partenza dal
cervello ma identico al bottom-up consueto. [Cfr. The Journal of Sexual
Medicine - AOP doi: 10.1016/j.esxm.2022.100496, 2022].
Notule
BM&L-18 giugno 2022
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